Cosa sono le onde di Schumann?

Le onde di Schumann rivestono notevole importanza in tutte le attività vitali e funzionano come un orologio biologico.

Nel 1953 Winfried Otto Schumann scoprì matematicamente un’emissione elettromagnetica emessa dal nostro pianeta, che da lui prese il nome di frequenza di Schumann. La superficie planetaria e la ionosfera interagiscono come due armature di un gigantesco condensatore, nella quale la Terra è la parte negativa e la ionosfera la parte positiva.

Tale struttura energetica, in costante vibrazione, crea onde elettromagnetiche a bassissima frequenza, i cui picchi principali sono 7.8, 14, 20, 26 e 33 Hz. A livello poetico potremmo definirla come il “respiro” o “il battito cardiaco della Terra”.

Noi ci siamo talmente abituati ad essa che non ne possiamo fare a meno. Se ne sono accorti gli scienziati che si occupano dei voli spaziali. Quando gli astronauti si sono allontanati dal suolo e le differenti frequenze solari si sono sostituite alle nostre solite, entrando addirittura in conflitto con quelle terrestri a cui siamo abituati, si sono verificate anomalie a livello cerebrale, disturbi vari anche importanti tanto che, ormai da anni, all’interno delle capsule viene riprodotta la frequenza terrestre.

I ricercatori hanno scoperto che quei 7.8 Hz delle onde di Schumann vibrano alla medesima frequenza di una parte specifica del nostro cervello, l’ippocampo. Questa area cerebrale parrebbe associata ad un certo tipo di memoria, alla motivazione ed al controllo delle emozioni e sembra giochi un ruolo importante nel controllo delle risposte dell’organismo allo stress.

Il primo passo verso il benessere generale non deve essere automaticamente una terapia. L’esperienza insegna che invece il primo e decisivo passo è la disattivazione o la riduzione dei campi che agiscono negativamente sull’organismo. Questa è la famosa ricerca della causa. Con gli strumenti della medicina tradizione non si è ad oggi in grado di diagnosticare un disturbo da elettrosmog. Con la Biorisonanza si può osservare l’organismo in profondità perché un disturbo da elettrosmog lascia tracce caratteristiche, rilevabili con tipici punti di risonanza di onde elettromagnetiche.

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